sabato 15 aprile 2017

Lasciati andare

"Lasciati andare" di Francesco Amato. Con Toni Servillo, Verónica Echegui, Carla Signoris, Luca Marinelli,  Pietro Sermonti, Carlo De Ruggeri, Giulio Beranek, Vincenzo Nemolato, Valentina Carnelutti, Giacomo Poretti, Paolo Graziosi e altri. Italia 2017★★★+
Gustosa commedia metropolitana che ha ben poco di italiano, e nulla di romanesco, pur essendo girata nel centro di Roma e in particolare nella zona del Ghetto, dove vive e opera Elia Venezia, uno psicanalista ebreo accidioso, egocentrico, goloso e taccagno non tanto e non solo nello spendere danaro, ma nel darsi, reso con la consueta maestria e misura da Toni Servillo, "separato in casa" dalla moglie Giovanna (Carla Signoris, che fa sempre piacere rivedere sullo schermo) che vive nell'appartamento sullo stesso pianerottolo, e di cui sfrutta la lavatrice, le doti gastronomiche e la compagnia, le rare volte che esce di casa per andare a teatro o socializzare, questo finché la sua ghiottoneria non lo porterà alle soglie del diabete. Unica medicina, dieta e fare movimento, ossia le due cose che detesta di più: così, dopo aver tentato con la palestra, finisce nelle mani di Claudia, una giovane madrilena squinternata, specializzata nelle relazioni improbabili e nel cacciarsi nei pasticci e con una figlia piccola e piromane, una personal trainer che "ristruttura i corpi", così come lui ristruttura le menti. I due, pur essendo agli antipodi, in  fondo fanno lo stesso lavoro e e si completano, come tutte le strane coppie portate sul palcoscenico o sullo schermo e come spesso accade anche nella vita reale, e finiscono per soccorrersi a vicenda quando, regolarmente, finiscono nei guai, e a capirsi. Il film è scritto e girato bene, gli interpreti azzeccati: Servillo, nella sua grandezza, sa come non rendere prevaricante il suo personaggio lasciando l'opportuno spazio agli altri; Echegui è un folletto esagitato che sembra una Penelope Cruz caricata a peperoncino; tutti i personaggi secondari sono azzeccati e resi alla perfezione dai rispettivi interpreti;  l'ennesima conferma viene da Luca Marinelli che, nel finale, domina la scena col suo Ettore, il fidanzato di Claudia, un poveraccio balbuziente diventato delinquente perché tutti, a cominciare dai suoi insegnanti a scuola, lo ritenevano un buono a nulla incapace di fare altro se non il criminale, e nemmeno quello. Ci scappa qualche luogo comune, ma niente rispetto a ciò che propinano solitamente le commedie nostrane, ma anche tante risate e soprattutto ci si rilassa divertendosi senza scendere di livello. 

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