lunedì 6 febbraio 2017

L'ora legale

"L'ora legale" di Salvatore Ficarra e Valentino Picone. Con Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Leo Gullotta, Vincenzo Amato, Antonio Catania, Alessia D'Anna, Eleonora De Luca, Sergio Friscia, Ersilia Lombardo, Tony Sperandeo e altri. Italia 2017    
Tempo di campagna elettorale a Pietrammare, in Sicilia (è Termini Imerese) e i due cognati Salvo e Valentino sono impegnati su fronti opposti: il primo a favore del sindaco intrallazzone di sempre, il secondo sostenendo l'altro cognato, un insegnante di liceo a capo di una lista civica per il cambiamento, che inaspettatamente vince e salvo si ricicla immediatamente salendo spudoratamente sul carro del vincitore. Ma c'è un problema: il nuovo sindaco fa sul serio e mette in atto alla lettera il proprio programma elettorale: per la prima volta vigili e impiegati comunali si mettono a lavorare, la locale fabbrica viene minacciata di chiusura se non si adegua alle normative ambientali, appaiono le piste ciclabili, vengono multati gli abusi edilizi e distrutti gli ecomostri, soprattutto viene organizzata la raccolta differenziata dei rifiuti. Risultato: tempo pochi mesi e la cittadinanza intera che l'aveva portato al trionfo si coalizza per farlo dimettere, e ci riescono quando scoprono che anche lui non è perfetto, per aver raccomandato la figlia affinché venisse ammessa al conservatorio. Insomma, il consueto ritratto dell'Italietta cialtrona a voltagabbana, lontana però anni luce dalla commedia alla Age e Scarpelli: giusto qualche giorno fa avevo rivisto il loro "I mostri" girato da Dino Risi e il confronto è impietoso. Qualche critico aveva perfino delirato di cinema civile: non metto in dubbio la buona fede di Ficarra e Picone, che personalmente a piccole dosi trovo due cabarettisti discreti oltre che due persone simpatiche e di cui condivido molte posizioni, però qui siamo al trionfo del luogo comune e alla rassegnazione sotto mentite spoglie: Perfino Checco Zalone è più pungente, senz'altro più cattivo. Alcune buona caratterizzazioni, a cominciare da Leo Gullotta nei panni del prete gestore di un Bed and Breakast privo di licenza, ma per il resto poca roba e per di più di tipo televisivo che al più strappa qualche sorriso stiracchiato; aggiungiamo il tipico gusto del marchio Medusa (cfr Merdaset) e la visione del filmetto in una desolante sala UCI Cinamas, con proiezione quaranta minuti dopo l'orario previsto farciti di pubblicità e trailer di altre pellicole dello stesso livello sconfortante, con intervallo incorporato per consentire all'inclito pubblico di fornirsi di pop corn e Coca-Cola, la conclusione è che ho fatto una cazzata a perdere così tre ore in tutto del mio tempo: non fate lo stesso errore.

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