venerdì 25 novembre 2016

Sing Street

"Sing Street" di John Carney. Con Ferdia Walsh Peelo, Lucy Boynton, Jack Reynor, Mark McKenna, Aidan Gillen, Maria Doyle Kennedy, Kelly Thornton, Ben Carolan, Don Wycherley e altri. Irlanda 2016 ★★★½
Eccellente film che sfugge ai generi: non è una commedia d'amore, non è un film adolescenziale anche se parla di ragazzi nell'età critica, non è (soltanto) un ottimo film musicale: è piuttosto un eccellente, fresco, intelligente film irlandese scritto e diretto da un regista, pure lui un musicista per formazione, che anche nei suoi lavori precedenti, Once e Tutto può cambiare, aveva dimostrato di saper conciliare brillantemente la passione musicale con quella cinematografica. Qui racconta di come il timido ma intraprendente e ricettivo sedicenne Conor alias Cosmo (interpretato da Ferdia Walsh Peelo che a sua volta è un giovane talento musicale irlandese) sfugge alle vicissitudini familiari (genitori in via di separazione, ristrettezze economiche che lo relegano in una scuola cattolica per "poveri") formando una band insieme ad alcuni compagni del liceo che frequenta: siamo nella Dublino della metà degli anni Ottanta ed è in pieno fermento quella che sarà conosciuta come la seconda British Wave, nata con i primi video di MTV di Clash, Duran Duram, The Cure, Jam, Joe Jackson, e la pellicola fa rivivere quell'epoca come poteva essere vissuta in quel luogo e dall'ambiente descritto nel film: quello della piccola borghesia e classe operaia irlandese, variamente disadattata e in cerca di punti di riferimento e alternative fuori dall'isola, specie in quella appena trenta miglia a Est dalla propria costa, l'immanente e storicamente ostile Inghilterra. Vedere all'opera i dublinesi Cosmo ed Eamon, il polistrumentista che aiuta a mettere in musica i testi del fantasioso e dotato Conor, fa venire in mente la coppia Lennon McCartney agli esordi un quarto di secolo prima nella dirimpettaia Liverpool o quella dei londinesi Jagger-Richards: entusiasmo e passione sono gli stessi, e la musica si conferma un linguaggio capace di arrivare laddove non possono parole o ragionamenti. In questa avventura, dalle prove in casa di Eamon al concerto finale nella palestra della scuola, la band, che deciderà di prendere il nome di Sing Street ispirandosi alla via in cui ha sede l'istituto, Cosmo sarà sostenuto dal fratello maggiore Brendan, discomane, filosofo e musicista mancato perché ha subito tutte le afflizioni riservate al primo figlio di una giovane e sprovveduta coppia cattolica, aprendo però la strada ai fratelli minori, e dall'amore profondo, molto più maturo e vero di quelli che solitamente si raccontano nei film, apparentemente senza prospettive, verso la quasi coetanea e abbagliante Raphina, una Madonna in versione fresca, bella e magnetica, "in cerca" non di Susan ma di un sogno da modella a Londra assieme a un ragazzo più maturo, e che girerà dei video promozionali insieme alla band (la bravissima Lucy Boynton, che ha tutto il fascino molto semplice ma anche particolare che emanano certe bellezze tipicamente celtiche, particolarmente dagli occhi): insieme cresceranno e saranno in grado di affrontare con convinzione il proprio futuro. Per quanto quella in auge negli Eighties non sia precisamente la musica che preferisco, la colonna sonora è notevole e la parti originali suonate dalla band sono state scritte dallo stesso John Carney, regista capace di raccontare con leggerezza, senza trucchi e furbizie giovaniliste, molto più di quello che ci si potrebbe aspettare da un film musicale e al contempo "di formazione".

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