lunedì 7 novembre 2016

Otello

Elio De Capitani: Otello
"Otello" di William Shakespeare. Traduzione di Ferdinando Bruni, regia di Elio De Capitani e Lisa Ferrazzo Natoli. Scene e costumi di Carlo Sala; musiche originali di Silvia Colasanti. Con Elio De Capitani, Federico Vanni, Camilla Semino Favro, Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Alessandro Averone, Carolina Cametti, Gabriele Calindri, Massimo Somaglini, Michele Costabile. Luci di Michele Ceglia; suono di Giuseppe Marzoli. Produzione Teatro dell'Elfo con il sostegno della Fondazione Cariplo. Al Teatro Elfo/Puccini di Milano fino al 13 novembre.
Potente, magnetico, incalzante l'Otello proposto dal Teatro dell'Elfo nella nuova, brillante traduzione di Ferdinando Bruni, capace di alternare in modo efficace toni poetici con un linguaggio quotidiano e moderno, aggiungendosi alla serie di opere shakespeariane già portate al successo dalla compagnia milanese. Procede con cadenze e ritmi di un thriller fino all'epilogo in un crescendo implacabile, grazie a un meccanismo congegnanto magistralmente che racconta la parabola del Moro (Elio De Capitani), dall'ascesa per meriti militari negli alti ranghi della Serenissima che da straniero e "diverso" l'ha accolto, alla caduta negli abissi accecato dalla gelosia nei confronti della moglie Desdemona (Camilla Semino Favro) su istigazione del perfido Iago (Federico Vanni), suo uomo di (mal riposta) fiducia, in realtà roso dall'invidia per i suoi successi, e che fa subdolamente leva proprio sul fondamentale senso di inadeguatezza di Otello, pur così potente, e sul suo desiderio di accettazione, come sul latente razzismo di chi l'ha portato in auge, ma altrettanto disposto a scaricarlo. Nel mirabile intreccio, complesso quanto chiaro, che si dipana fino all'uccisione di Desdemona da parte di Otello impazzito di gelosia e al suicidio di quest'ultimo, vengono alla luce le diverse pulsioni dei personaggi, tutti indistintamente: non soltanto lo spregevole Iago, fondamentalmente manipolatori, perfino la apparentemente candida Desdemona che sì ama Otello, e lo sposa, però di nascosto dai suoi genitori e fuggendo da Venezia contando sul fatto che venga poi accettato per i suoi successi. Superfluo ripetere quanto sia attuale Shakespeare, specie in questa esemplare vicenda di sesso, possesso, gelosia e potere: la tragedia, tra le più famose del geniale drammaturgo inglese, è messa in scena con maestria ed efficacia da una parte di compagnia come sempre compatta, affiatata, e supportata da una scenografia semplice e al contempo raffinata e il sapiente uso delle luci, con suggestive alternanze di chiari e scuri a sottolineare umori e situazioni, nonché del sottofondo musicale, marchi di fabbrica degli spettacoli dell'Elfo. Sala Shakespeare (per l'appunto) colma per la rappresentazione pomeridiana di ieri, pubblico soddisfatto e plaudente. 

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