giovedì 11 agosto 2016

Bobi, porta l'osso a papà...


Trovo che "abominevole e ributtante", com'è stata da più parti definita, non sia la vignetta qui sopra, pubblicata in prima pagina sul Fatto Quotidiano di ieri, ma l'ormai insopportabile politicamente corretto a senso unico, il perbenismo peloso del pensiero a una dimensione che domina al giorno d'oggi in Italia ancora più che altrove. Al popolo pidiota le gobbe di Andreotti e la nanità di Berlusconi  andavano benissimo, quando erano all'opposizione (si fa per dire), come ora Virginia Raggi ritratta con le orecchie come spinnaker; le vignette contro Maometto un po' meno, per cui sono diventati sì tutti Charlie, perché al conformismo non si comanda, ma con riserva. Poi, nel Paese con l'informazione più autocensurata e servile dell'area OCSE, godono se il direttore dell'inserto sportivo di un quotidiano, pirla quanto si vuole ma innocuo, viene licenziato dall'editore (un Riffeser-Monti, dunque un noto illuminato) per avere dato delle cicciottelle a delle cicciottelle e vibrano di sdegno per Mannelli che disegna i coscioni di una che li esibisce abitualmente, insieme alle gengive e al tacco 12 d'ordinanza per slanciare una caviglia "diversamente sottile" e mostrare l'unghia del piede laccata attraverso il toe cleavage. Pur di silenziare le bestialità che pronuncia a ripetizione questa pericolosa cretina, si indignano per riflesso pavloviano, e sui sòcial, tra un cinguettio, un "mi piace" e uno "stato", trovano il loro terreno di battaglia ideale, avvalorando la tesi di Umberto Eco che li considerava una palestra per imbecilli: nelle piazze e nelle strade, infatti, non li si vedono infatti mai, neanche per sbaglio, salvo ai Concertoni del Primo Maggio o in occasione delle innocue scampagnate organizzate dalla Grande Ciggielle nella capitale o in altre località amene (mai a Taranto, Gioia Tauro, Marghera o Sestri Ponente anziché Monfalcone). Ipocriti e manipolatori come da tradizione conformista-leninista: la Santa Boschi, Mariele per gli amici pidioti, la portano in giro per la Penisola come la Madonna Pellegrina a sostegno del al referendum costituzionale, proprio con l'intenzione di sfruttare, imbonendo il popolo bue che li vota e accorre festante, il presunto sex appeal che, secondo loro, emanerebbe da questa ragazzotta dal volto equino e l'espressione dell'oca giuliva, il che la dice lunga sul senso estetico dei figli del compromesso storico, bigotti come il piccì e la diccì di cui sono il risultato. Coi sòcial si ripete puntualmente quanto accaduto nella seconda metà degli Anni 70 col rock: da buoni ultimi, quando il periodo d'oro era agli sgoccioli, si sono accorti che era quello linguaggio che i "gggiovani" del tempo parlavano e capivano e che musicalmente non esistevano solo Paolo Pietrangeli, Ivan Della Mea, Giovanna Marini e Franco Trincale, oltre, va da sé, al coro della Gloriosa Armata Rossa, buttandocisi a pesce (morto). Come tutti i neofiti, sono diventati bulimici e hanno preteso di appropriarsene, a modo loro, e di fare la lezione agli altri. Lo stesso è successo, per rimanere in tema, con la satira: ricordo per chi non ne ha contezza, o possiede scarsa memoria, che Cuore, il mitizzato "settimanale di resistenza umana" con cui tuttora menano il torrone, nacque, sulle ceneri di Tango (1986/89, direttore Sergio Staino, il "papà di Bobo" e di tutti i Bobi, fedeli cani da riporto), nel 1989, l'anno della caduta del Muro, come inserto de l'Unità, su iniziativa di Michele Serra, oggi sdraiato su posizioni scalfariane e governative, quasi quanto Staino, mentre Il Male di Pino Zac, Vincino e Vauro, che come da programma faceva male per davvero e non guardava in faccia nessuno, ché la satira non addomesticata è così, mica roba da Bobi, apparve nel 1977, anno altrimenti significativo per questo Paese, ossia ben 12 anni prima. Idem con la scoperta del mercato e quindi dell'Ammeriga: non appena saliti al potere, sono diventati più realisti del re, più liberisti della Thatcher e più guerrafondai dei Clinton (e infatti fu D'Alema a far bombardare la Serbia nel 1999). Insomma: tutto questo buonismo d'accatto e politcally correct non solo mi fa venire il voltastomaco e voglia di dare ragione a Clint Eastwood, ma la sua versione renziana e comunistiana, dopo avermi fatto rivalutare Tremonti, comincia a farmi rimpiangere perfino il Berlusconi dei tempi migliori. Per chiudere ancora più scorrettamente però sinceramente: ma non vi inquieta il sospetto, osservando con attenzione i tratti, il modo di esprimersi e di muoversi del nostro presidente del Consiglio, che da ormai due anni e mezzo potremmo essere governati da un minorato con qualche traccia di mongolismo? 

1 commento:

  1. Il clima è surreale: avendo provveduto a silurare ogni voce appena meno che applaudente in Rai, arrivando a silenziare perfino i comici, c'é da aspettarsi che passino direttamente all'arresto di chi non si genuflette correttamente davanti alla Dea baciandole gli alluci in segno di totale sottomissione.

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