sabato 30 luglio 2016

Julieta

"Julieta" (Silencio) di Pedro Almodóvar. Con Emma Suárez, Adriana Ugarte,  Dario Grandinelli, Daniel Grao, Imma Cuesta, Rossy De Palma, Michelle Jenner, Pilar Castro, Agustín Almodóvar, Nathalie Poza, Priscilla Delgado, Susi Sánchez, Mariam Bachir, Blanzca Perez, Joaquín Notário. Spagna 2016 ★★★★½
Per un pelo, prima che uscisse di programmazione, sono riuscito a intercettare l'ultimo film di Pedro Almodóvar: regista che amo in modo particolare, e i cui film preferisco vedere sul grande schermo e non in televisione. E anche stavolta non mi ha deluso. A molti Julieta non ha entusiasmato, forse perché troppo lineare, essenziale, privo di orpelli e di esplosioni melodrammatiche rispetto agli abituali standard del regista manchego; io l'ho trovato sul livello dei suoi lavori migliori e particolarmente profondo e introspettivo. Come sempre incentrato su un personaggio femminile, di cui come pochi è capace di raccontare le mille sfaccettature dell'anima e della psiche, questa volta si è ispirato liberamente liberamente a tre racconti della scrittrice canadese Alice Munro, e racconta del rapporto, ormai inesistente, tra una professoressa di letteratura classica cinquantenne, Julieta, e sua figlia, Antia, che si è dileguata senza dare più sue notizie al compimento della maggiore età, reputando la madre in qualche modo responsabile della prematura morte del padre, Xoan, un pescatore gallego di cui Julieta si era innamorata durante un viaggio in treno trent'anni prima. Troviamo Julieta che sta per lasciare Madrid alla volta del Portogallo, per accompagnarvi l'uomo con cui ha attualmente una relazione e vivere con lui, mentre sta svuotando l'appartamento in cui ha continuato ad abitare da quando è stata abbandonata da Antia, quando l'incontro casuale con Beatrix, l'amica d'infanzia della figlia, la riporta a un passato che aveva cercato di rimuovere dopo essere caduta in una forte depressione, così cambia idea all'improvviso, lascia l'uomo con cui stava per andare a vivere, e si trasferisce in un altro appartamento dove si mette a scrivere una lunga lettera alla figlia (della quale ignora l'indirizzo) in cui le racconta la sua versione: in sostanza le parole non dette tra loro. In realtà, è una storia di silenzi (e Silencio non a caso è il titolo originale del film in castigliano): non solo quelli tra Julieta e Antia, ma anche tra Julieta e suo padre, pure lui un insegnante, che ha preferito il prepensionamento per ritirarsi in campagna a coltivare la terra, dove convive con una giovane immigrata maghrebina che accudiva la moglie inferma e che ha sposato dopo la sua morte, cosa che Julieta a sua volta non aveva accettato; e insieme ai silenzi, a dominare questa pellicola che ha più a che vedere con la tragedia (quella stessa, quella greca, che Julieta insegna e ama) che col melodramma brillante, è il senso di colpa che pervade la vita della donna, non solo nei confronti la figlia ma anche negli altri rapporti. Eccezionali Emma Suárez e Adriana Ugarte, rispettivamente Julieta adulta e da giovane, e all'altezza tutti gli altri, con una menzione particolare per Dario Grandinelli, l'intelligente e delicato nuovo compagno di Julieta, in compagnia del quale forse la donna riuscirà a ritrovare un rapporto con Antia, con cui scopre di condividere un comune destino che non svelo. Per quanto mi riguarda Don Perdo ha colpito ancora e mi ha pienamente convinto, forse anche più del solito e quasi commosso.

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