lunedì 18 aprile 2016

Me ne frego!



Alla vigilia dell'anniversario della Liberazione col suo consueto profluvio di ributtante e ipocrita retorica sui valori della Costituzione della Repubblica fondata sulla Resistenza da parte di coloro che hanno fatto di tutto per tradirla prima e sfasciarla poi, i risultati del referendum di ieri confermano che in 71 anni in fondo non è cambiato un cazzo e che l'unica parola d'ordine che accomuna l'italiano medio è il "Me ne frego!" di mussoliniana memoria, a dimostrazione che il fascismo in questo Paese è congenito e non muore mai. Pertanto condivido le considerazioni in proposito pubblicate su Facebook da Gianfranco Manfredi, cantante, musicista, scrittore, sceneggiatore e fumettista.
Chi se ne frega della Basilicata, chi se ne frega di Taranto, chi se ne frega dell'Adriatico. Questo il verdetto. Non è una novità. Già l'italiano medio aveva decretato: chi se ne frega delle valli alpine, chi se ne frega della Sardegna, chi se ne frega della Terra dei Fuochi, chi se ne frega del sacco di Roma. Il cemento ideologico dell'italiano medio è il Me ne frego. L'italiano medio è un piccolo borghese che più viene colpito dalla crisi, più si affida alla grande borghesia, agli speculatori, agli affaristi nella speranza che avanzi qualche briciola per lui. Ora e sempre resistenza.
Già: l'Italiano Medio. Ma chi ha detto che non c'è?

1 commento:

  1. ...L'italiano medio è un piccolo borghese...
    O aspirante tale, ché oggi nemmeno la povertà si salva da quel "Me ne frego!".

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