martedì 8 marzo 2016

Il riferimento petaloso di Mister Muscolo

Matteo Renzi in amichevoli conversari con il presidente turco Tayyp Erdogan
Riferimento s.m. 1) accennare a qualcosa o qualcuno. Sinonimi: allusione, cenno,  rfichiamo, rimando, rinvio. Così la "Treccani". «Voglio un riferimento alla libertà di stampa, se no non firmo»: queste le "condizioni" sine qua non poste, con grande sprezzo del ridicolo, da Matteo Renzi al termine del Consiglio europeo di ieri a Bruxelles che ha rinviato la firma di un accordo definitivo con la Turchia sulla questione migranti al vertice previsto per il 17 e 18 prossimi. "Gliele ha cantate chiare", è il tono usato dal CorServa così come dai supporter storici dello Sbruffone del Consiglio del megagruppo romano-sabaudo che fa capo all'ingegner Carlo de Benedetti, o da corifei senza più decenza come Gad Lerner secondo i quali Renzi "mostra il volto severo dell'UE" e, in mancanza di quel "riferimento" (ossia accenno, allusione, richiamo), "nel corso della cena del Consiglio europeo è proprio il premier italiano a minacciare un veto di fronte alle ulteriori richieste turche": infatti il presidente Tayyip Erdogan e il primo ministro Ahmet Davutoglu sono lì a farsela addosso e così pronti a calare le braghe da chiedere non soltanto il raddoppio dell'assegno di tre miliardi di euro per "limitare il flusso dei migranti verso gli Stati europei", ma anche che venga accelerato il procedimento d'adesione della Turchia all'UE, legando alla discussione dei relativi dossier qualsiasi tentativo di risolvere la "crisi" dei migranti, in particolar modo quelli siriani (come se il Paese che governano fisse estraneo al conflitto che li porta a fuggire dalle loro case). Tanto sono sensibili ai flebili richiami dei leader europei, e in particolare dello Statista di Rignano (a cui un mese e mezzo fa si era rivolto Can Dündar, direttore di Cumhurriyet, rilasciato solo qualche settimana dopo 92 giorni di carcere), da aver fatto commissariare dalla zelante magistratura turca, venerdì scorso, il più grande quotidiano d'opposizione, Zaman, un giornale da 650 mila copie al dì, quasi quante ne vendono quelli sunnominati nostrani tutti assieme, riapparso in edicola domenica in edizione epurata e di osservanza strettamente governativa. Da quale pulpito viene poi la predica, se pensiamo a come si è ridotta l'Unità, fondata sì da Antonio Gramsci ma organo ufficiale del PD, capace della più fantasiose e ridicole contorsioni pur di compiacere ed elogiare il Caro Leader e il suo entourage gigliato, come ricorda Marco Travaglio nel suo editoriale di oggi sul Fatto Quotidiano. Il quale rammenta anche che furono Berlusconi e Napolitano i fautori dell'ingresso di Ankara nell'Unione Europea, sorvolando però su chi furono i mandanti della geniale idea, così come di quella del precipitoso ingresso nell'UE dei Paesi dell'ex Patto di Varsavia (vero, Prodi?), ossia l'eterno Amico Americano, nei panni di Bush padre e figlio, Clinton e poi ora Obama. N'est pas? 

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