venerdì 29 gennaio 2016

Ultimo inventario prima di liquidazione


"PPP Ultimo inventario prima di liquidazione" di Ricci/Forte per "Viva Pasolini". Drammaturgia di Ricci/Forte. Con Capucine Ferry, Anna Gualdo, Liliana Laera, Giuseppe Sartori, Catarina Vieira. Scene di Francesco Ghisu; movimenti di Francesco Manetti; costumi di Gianluca Falaschi; assistente scenografa Lorena Curti; regia di Stefano Ricci. Coproduzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG / Festival delle Colline Torinesi. Al Palamostre di Udine fino al 31 gennaio
Ritorno a Udine, a poco più di un mese di distanza, del duo Ricci/Forte e compagnia per il loro secondo lavoro nell'ambito del vasto progetto "Viva Pasolini" che caratterizza la stagione in corso di Teatro Contatto 34 e di cui ha avuto luogo ieri sera al "Palamostre" la prima assoluta. Il senso di questo spettacolo dal forte impatto sia visuale, sia sonoro, sia emotivo è esattamente rappresentato dal titolo: una carrellata, in via evocativa, dei temi trattati da Pasolini e legati alla necessità di un'etica e che si sono persi in una società ormai completamente destrutturata per essersi votata al consumo e avere perso ogni contatto non solo con la propria identità precedente e la propria cultura, ma con la parte autenticamente umana di sé stessa: fenomenale l'entrata in scena delle cinque donne agghindate come manichini da grande magazzino inizio anni Sessanta al ritmo di uno scatenato cha-cha-cha ballato con movenze meccanizzate che ricordavano i "Devo". Non si procede per citazioni letterarie dalle varie opere di Pasolini ma se ne richiamano gli echi, specialmente delle ultime e più disilluse. Sulla scena di un bianco abbacinante dominata da una discarica di pneumatici (candidamente bianchi pure essi) cinque attrici, a esprimere i richiami (anche pubblicitari) di un mondo sempre più demenzialmente accelerato, atomizzato e in disfacimento, e un uomo, il bravissimo e intenso Giuseppe Sartori, anche qui notevolmente coinvolto fisicamente, a esprimere tutta la solitudine e lo sconcerto davanti allo sfascio di cui è testimone. Non occorre nient'altro da mettere sul piatto per far riflettere chi voglia e sia ancora in grado di farlo. Ricci/Forte, per far risuonare le corde fin dentro allo stomaco, ci riescono con dei testi che sono delle rasoiate, degli squarci alla Fontana, e un uso dei suoni compulsivo e ipnotico, per non parlare delle scelte musicali, sempre significative per quanto apparentemente paradossali: anche in questa occasione mi sono chiesto come possano essere così puntuali, dato che per quanto vasta sia la loro cultura in materia, nei tempi in cui andavano di voga erano ancora lontani dall'essere nati, il che dimostra che la visionarietà e la fantasia funzionano anche al passato. Come da titolo, l'inventario riguarda anche, se non soprattutto, il mondo dell'arte e della cultura: alle condizioni attuali, ha ancora un senso o siamo ormai alla liquidazione totale? Pubblico non molto folto, ma quello che c'era ha seguito con attenzione e rimanendo coinvolto questo spettacolo toccante e coinvolgente che si chiude con una citazione non letteraria ma fisica di "Petrolio", l'incompiuta opera postuma di Pasolini. Chi c'era, ha gradito; io trovo il teatro di Ricci/Forte terapeutico e "Inventario" mi è piaciuto moltissimo e lo raccomando.

1 commento:

  1. Ottima la domanda sull'attuale senso del termine "cultura".
    Leggevo in questi giorni delle dimissioni, ad esempio, di Montanari da Italia Nostra, o quotidianamente ciò che succede in molte città italiane, dove a partire dal Ministro dei Bene Culturali a scendere, cultura fa ormai il paio con turismo, quindi con business all'ammasso.
    E ciò che non si vende bene, al macero...

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