venerdì 4 dicembre 2015

Mr Pùntila e il suo servo Matti


"Mr Pùntila e il suo servo Matti" di Bertolt Brecht, traduzione di Ferdinando Bruni. Con Ferdinando Bruni, Elena Russo Arman, Luciano Scarpa, Ida Marinelli, Corinna Agustoni, Luca Torraca, Umberto Petranca, Nicola Stravalaci, Umberto Petranca, Matteo De Mojana, Francesca Turrini, Carolina Cametti, Francesco Baldi. Regia e scene di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia; costumi di Gianluca Falaschi; musiche originali di Paul Dessau, arrangiamenti di Matteo De Mojana; luci di Nando Frigerio; suono di Giuseppe Marzoli. Produzione Teatro dell'Elfo. Al Teatro Elfo/Puccini di Milano fino al 31 dicembre.
In una stagione che vede la riproposizione di molte opere di Bertolt Brecht, in occasione del sessantenario della morte (14 agosto 1965), un merito particolare spetta al Teatro dell'Eflo che si cimenta per la prima volta in una produzione in proprio di un'opera del grande drammaturgo tedesco (il memorabile "Anima buona di Sezuan" con Mariangela Melato del 2009 a firma Bruni-De Capitani era stato realizzato per il Teatro Stabile di Genova) affrontando "Mr Pùntila", una commedia popolare particolarmente felice, scritta nel 1940 ma messa in scena per la prima volta nel 1948 a Zurigo al ritorno in Europa dell'autore dall'esilio negli USA e raramente in Italia. Con la collaborazione di Francesco Frongia, Ferdinando Bruni lo fa adattandola alle caratteristiche proprie e a quelle tipiche della compagnia milanese, particolarmente a proprio agio quando si può esprimere in una forma di spettacolo totale dove, nella migliore tradizione degli "elfi", la musica ha una parte fondamentale, e qui curata da Matteo De Mojana con suoi frequenti interventi anche dal vivo e intermezzi canori affidati al "coro" formato dai quattro personaggi femminili secondari. La vicenda ruota attorno alla schizofrenia del personaggio principale, interpretato a meraviglia dal proteiforme Ferdinando Bruni, Mr Pùntila, un ricco possidente tanto amabile da ubriaco, quando tratta da pari a pari i propri dipendenti fino al punto da voler far sposare la figlia Eva (una Elena Russo Arman in grande forma) al proprio autista Matti (l'ottimo Luciano Scarpa), quanto odioso e dispotico nelle (rare) fasi da sobrio, quando infierisce di vessazioni i propri dipendenti e vuol far maritare Eva a un giovane diplomatico cacciatore di dote vacuo e vanesio. Per la fortuna di Pùntila e dei suoi sottoposti, il saggio Matti, che lo conosce come le proprie tasche, riesce a tenere a bada gli sbalzi caratteriali del suo datore di lavoro limitando che abbiano effetti letali per lui e per il prossimo. Come tutti i testi di Brecht l'intento di parabola è evidente quanto attuale, e senza bisogno di particolari riferimenti alla realtà odierna, denunciando la doppia faccia del capitalismo e rendendo evidente la coesistenza tra bene e male, tra buone intenzioni e pessime concretizzazioni. Ispirato esplicitamente a "Luci della città" di Chaplin secondo le dichiarazioni dello stesso Brecht, Mr Pùntila si rifà altresì sia a "Dottor Jackyll e Mr Hide" sia, nel rapporto tra "padrone e servo", a precedenti come Don Chisciotte e Sancho Panza e Don Giovanni e Leporello e, come hanno icasticamente sottolineato Bruni e Frongia, Karl Marx vi incontra il proprio fratello (ed alter ego) Groucho. Una divertente commedia popolare in cui il chiaro 'intento didascalico non diventa mai pedante grazie alla sua scorrevolezza e facilità di lettura, esaltata dal brio e dall'efficacia della rappresentazione degli Elfi, che ha avuto riscontro dall'accoglienza caldissima di un pubblico particolarmente folto e divertito. 

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