giovedì 17 dicembre 2015

La ramificazione del pidocchio

Stefano Ricci e Gianni Forte
"La ramificazione del pidocchio" di Ricci/Forte per "Viva Pasolini!". Regia di Stefano Ricci; con Anna Gualdo, Giuseppe Sartori, Liliana Laera, Ramona Genna, Simon Waldvolgel, Alessia Siniscalchi; assistenti alla regia Liliana Laera e Ramona Genna; trainer ensemble Marta. Produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG in coproduzione con Ricci/Forte.
Al debutto martedì scorso al Teatro San Giorgio di Udine, la serie di performance di ieri sera (30' per ogni sessione, 20 spettatori alla volta) è stata preceduta da un istruttivo e fruttuoso incontro con i due autori e con i componenti dell'ensemble "a fisarmonica" che ne porta il nome, sei in questa occasione, curato dal critico teatrale del "Piccolo" Roberto Canziani (questo l'interessante suo blog sul quotidiano on line), due persone estremamente disponibili e alla mano che senza fronzoli e tirate intellettualoidi hanno illustrato il loro modo di intendere il teatro (o meglio: la comunicazione per mezzo dell'espressione in forma artisitca) rispondendo a ogni tipo di domanda. Agli spettacoli di Ricci/Forte si partecipa, non vi si assiste solamente, e mai come in questo caso l'emozione per chi vi prende parte è intensa e lascia il segno, come hanno testimoniato numerosi interventi di spettatori che erano stati presenti in occasione della serata precedente, e come è successo anche a me, dopo essere entrato in una sorta di spazio-palestra dove si viene accolti dal gruppo dei performer, quattro donne e due uomini, vestiti da tenniste e che impugnano un pettine anziché una racchetta. Si immagina di trovarsi nel vagone di un treno: non di quelli a scompartimenti di un tempo, che lasciavano la possibilità di interagire con gli altri compagni di viaggio, ma di quelli scomodi, squallidi, asettici e raggelanti delle attuali "Frecce", in cui è impossibile perfino aprire un finestrino, l'ennesimo non luogo di cui si fruisce per essere trasportati da un non luogo a un altro pressoché identico. Immersi come in una specie di acquario, circondati da una umanità istupidita e frastornata, che non interagisce ma al massimo trasmette tramite mezzo elettronico la testimonianza della propria passiva esistenza, magari scattando un selfie della propria faccia-patata, si colgono qua e la frammenti di discorso, echi di esistenze ed eventi passati, che per qualcuno dei partecipanti fanno parte della propria esperienza diretta, mentre per i più giovani possono ritrovarsi, ad esempio, nell'opera di Pasolini (il titolo, geniale, è preso tratto da un frammento di "Petrolio", il suo romanzo incompiuto, pubblicato postumo nel 1992), l'intellettuale italiano più attivo nel dopoguerra e più consapevole, già mezzo secolo fa, della mutazione antropologica che aveva colpito come un'infestazione inarrestabile, con l'avvento della società dei consumi, anche un popolo così ricco di tradizioni e storia come quello italiano, e di cui il modello televisivo era l'espressione più evidente nonché il mezzo di omologazione più devastante. L'interazione, inizialmente soltanto attraverso gli sguardi, in questo spazio reso così fluidamente "ormonale" dalla presenza fisica degli altri e dalle movenze degli attori, e contrassegnato da quattro pezzi musicali di stile completamente diverso (il mixer è azionato personalmente da Stefano Ricci), diventa ad un certo punto contatto fisico a cui inevitabilmente ci si lascia andare quando "scoppia qualcosa dentro il cuore" (cfr Mina). Dopodiché, resisi conto dell'incubo in cui stiamo vivendo, non rimane che la necessità di "tornare a casa", per ritrovare in sé stessi, o negli ultimi brandelli di memoria e testimonianza sopravvissute, capacità, forza e motivazioni non tanto e non solo per "resistere" a una realtà di plastica, diventata più virtuale che umana, ma per superarla tornando a comunicare e a diventarne attori. 
Al "Teatro San Giorgio" di Udine stasera alle 19.30, 20.30, 22.30; domani e sabato alle 19.30, 20.30 e 21.30. 
Prossimo appuntamento con Ricci/Forte dal 28 al 31 gennaio 2016 al "Palamostre" di Udine con "PPP Ultimo inventario prima di liquidazione"

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