lunedì 17 agosto 2015

Il Trentino truffaldino


Piazza della Mostra, Trento
In fuga da sagre paesane, rievocazioni storiche farlocche, grigliate campestri e frittate di maccheroni da bagnasciuga, per Ferragosto mi sono rifugiato a Trento, lontano dal chiasso, dalla confusione e dall'ovvio, città graziosa quanto vivibile e ricca di stimoli culturali, oltre che enogastronomici, da cui mancavo da decenni. L'occasione era fornita dalla mostra L'Europa in guerra - Tracce del secolo breve, traslocata da Trieste (dove l'avevo persa) in riva all'Adige e aperta fino al 6 settembre prossimo: molto interessante e ben fatta (quanto mal segnalata all'interno del castello: ma come verificherò è una costante cittadina) e priva di retorica patriottarda, aspetto tanto più apprezzabile perché ha coinvolto le due città "irredente" per definizione e che, secondo una visione più equilibrata delle vicende storiche, non erano poi così arse dal fuoco sacro di essere annesse al Regno d'Italia come ci hanno far credere decenni di sermoni nazionalistici, soprattutto non a costo di un milione di morti e due di feriti, tra una parte e l'altra, sul fronte italiano. Fin qui tutto bene, come anche l'ottimo pranzo al Ristorante al Vo e l'altrettanto ghiotta cena presso Il Libertino, il teroldego e il marzemino che li hanno accompagnati, la sempre interessante visita al bellissimo Duomo di San Vigilio e il gradevole girovagare nelle vie e piazze del centro storico per finire con gli indiavolati ritmi afro-brasiliani dei SovverSamba al Bar della Funivia a chiudere allegramente la serata. Anche il tempo è stato piuttosto clemente rispetto al resto della Penisola: una spruzzatina refrigerante nel primissimo pomeriggio e una leggera pioggerellina la sera; implacabile invece il drappello di vigili urbani sguinzagliato tra le 13.45 e le 14, guarda caso l'ora in cui normalmente si sta seduti a tavola, a maggior ragione il giorno dell'Assunta, vera festa nazionale del nostro Paese, a fare multe (e cassa) in Piazza della Mostra (quella antistante l'entrata principale del Castello del Buonconsiglio, foto in alto). Multe per divieto di sosta (cumulata a quella per divieto di transito e mancata esposizione del contrassegno) per l'importo di 122 € a botta, quanto il costo di una camera a notte nel migliore albergo cittadino, ridotti a 86,40 se pagate entro 5 giorni dalla notifica (ma perdendo, in tal caso, la facoltà di fare ricorso: ennesimo cavillo da burocrazia fraudolenta) e impossibilità tanto di contestazione quanto di conciliazione immediata se non a voce e senza effetto, secondo quel che affermavano gli stessi agenti così alacremente all'opera, chiamati, a loro dire, dai "residenti", piccati di trovare occupato il "loro" parcheggio. 


Peccato che il cartello che segnala la zona traffico limitato "Centro Storico" non indichi al contempo chi siano gli autorizzati che fanno eccezione, assieme a ciclisti, handicappati e fornitori (entro determinati limiti d'orario) ed è sì sistemato all'ingresso della piazzetta, all'interno della quale, e a pochi metri di distanza, campeggia però un altro cartello ingannatore, con tanto di P di parcheggio consentito su fondo blu, che ben si guarda dallo specificare che sia ad esclusivo uso dei residenti. A rendere ancora più allettante il parcheggio, adiacente a un altro provvisto di strisce orizzontali blu e quindi a pagamento durante le ore diurne e nei giorni feriali, il fatto che sia fornito di segnaletica orizzontale a linee bianche, che nel resto d'Europa e anche d'Italia stanno a significare parcheggio gratuito e senza divieti particolari e non gialle, che solitamente indicano quello riservato agli abitanti della zona. Gratuito sì, per l'appunto, ma solo per i residenti muniti di contrassegno, l'obiezione dei quanto mai solerti "tutori dell'ordine", peccato che non stia scritto in maniera intelligibile da nessuna parte (basterebbe precisare "Transito riservato ai residenti" oppure "Accesso vietato ai non autorizzati") né lo si possa facilmente evincere per deduzione dalla cartellonistica, che se è confusa per me e per molti altri connazionali che hanno posteggiato colà l'altroieri, immaginarsi per i numerosi stranieri venuti in visita alla città a spendervi un po' del loro gruzzolo e abituati a una segnaletica di più facile intuizione. Non mi ci è voluto molto per scoprire come da anni Piazza della Mostra detenga, e di gran lunga, il record delle multe emesse a Trento: che continuano a fioccare, e tutte per le medesime infrazioni di cui sopra, assieme ai ricorsi al prefetto o al giudice di pace, i quali vanno avanti imperterriti a sanzionare i cittadini fatti passare per indisciplinati o quantomeno sbadati se non incapaci di capire quanto indicato dalla segnaletica, e non passa loro per l'anticamera del cervello che sia il Comune ad avere problemi di comunicazione e quindi sia il caso di richiamarlo a una maggiore chiarezza. A meno che di proposito non facciano i finti tonti e giochino di sponda, e sporco, con esso, perché a cadere nella rete di un messaggio contraddittorio, o dell'incapacità (voluta?) di esprimersi correttamente, e che da anni non viene cambiato e induce all'infrazione centinaia di contravventori sono per lo più foresti, e in buon numero stranieri, che sostano generalmente per poche ore, i quali preferiscono pagare, una volta "notificati", usufruendo della "riduzione" e quindi precludendosi l'opzione del ricorso (peraltro costoso e con ogni probabilità, conoscendo la cavillosità demenziale del sistema normativo italiano, perdente). Il che fa venire più di un sospetto che si tratti del solito modo furbesco e arrogante per grassare l'ospite di passaggio, per di più dietro il paravento di un intento "educativo" tipicamente paternalista e luogocomunista (di passaggio ricordo che da un ventennio Trento è un Comune centrosinistrato e prima è stato un feudo democristiano per mezzo secolo ). Salvo poi lamentarsi di quanto il turismo italiano sia in crisi e che il vacanziere ne abbia i coglioni pieni di essere taglieggiato, a maggior ragione da parte di chi sarebbe preposto a metterlo a suo agio, sorvegliare sulla sua sicurezza e proteggerlo da abusi, e preferisca frequentare altri lidi, possibilmente oltrefrontiera.

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