mercoledì 18 febbraio 2015

Il mondo non mi deve niente


"Il mondo non mi deve niente" di Massimo Carlotto. Con Claudio Casadio e Pamela Villoresi. Regia di Francesco Zecca; scene di Gianluca Amodio; costumi di Luisa Mariani; musiche di Paolo Daniele; luci di Alberto Biondi e disegni di Laura Riccioli. Produzione Teatro e società, Accademia Perduta/Romagna Teatri e CSS Teatro stabile di innovazione del FVG. Al teatro Pasolini d Cervignano del Friuli il 17 febbraio
Dopo il successo ottenuto durante la passata stagione con "Oscura immensità", Massimo Carlotto torna a teatro con l'adattamento di un altro suo romanzo, che vede protagonisti due personaggi che "non sono quello che sembrano" in una Rimini in cui il tempo scorre rilassato in attesa dell'arrivo delle orde di turisti estivi: Adelmo è un ladro suo malgrado, Lise una ex croupier austriaca che si incontrano grazie a una finestra che il primo vede aperta in una palazzina residenziale, quasi un invito a penetrare nell'abitazione che crede deserta e svaligiarla, e dove invece giace, nell'oscurità e stesa su un divano che è al centro della scena e attorno a cui si svolge tutta la vicenda. Lei non grida e non dà l'allarme, e ha invece inizio un dialogo tra i due, con punte surreali, che si evolverà nelle giornate successive perché lei gli farà una proposta... a cui Adelmo resisterà, anche se sistemerebbe lui e la sua donna, Carlina (che non appare mai), e a cui aderirà quest'ultima, perdendo però il compagno, che se ne andrà da Rimini, in giro per il mondo, come faceva Lise sulla navi da crociera, portandola sempre nel cuore. Perché i sue, che più diversi non potrebbero essere, sono però accomunati dall'essere vittime della crisi: lui espulso dalla fabbrica a 45 anni, mentre era immerso in un tran tran senza scosse, avviato verso un futuro da pensionato; lei che, dopo una vita avventurosa e mille incontri, si era stabilita a Rimini con la segreta speranza di incontrarvi nuovamente una sua vecchia passione, a godersi la rendita guadagnata in anni di (duro) lavoro a spennare grulli al tavolo da gioco, svanita anch'essa a causa di un investimento avventato in "derivati" fatto dalla sua banca di fiducia. Non solo sono due vittime, ma riescono pure a capirsi e si crea tra loro anche un legame di comprensione reciproca che va oltre le differenze. Il tono è ironico, anche se l'inconfondibile cifra noir di Carlotto rimane ben presente, ma l'argomento, e le relative riflessioni, serie; la recitazione, specie della Villoresi, brillante e che ha spunti degni del miglior varietà, e la commedia, molto gradevole, scorre via veloce, con sullo sfondo i gradevolissimi pannelli opera di Laura Riccioli che, per alcuni tratti, ricordano alcune celebri storie a fumetti di Altan. Teatro colmo, un successo, bella serata.  

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