venerdì 7 novembre 2014

Sissi a Miramar

Marzia Postogna e Alessandro Fullin in una scena di "Sissi a Miramar"

"Sissi a Miramar" di Alessandro Fullin. Con Ariella Reggio, Alessandro Fullin, Marzia Postogna, Francesco Godina e Paolo Fagiolo. Regia, drammaturgia e revisione linguistica di Alessandro Marinuzzi con la collaborazione di Corrado Premuda ai testi. Scene e costumi di Andrea Stanisci, musiche di Carlo Moser. Produzione La Contrada - Teatro Stabile di Trieste
Esordio ieri sera in Furlanìa, al Teatro Verdi di Maniago (e a seguire in altre sale del circuito ERT), per la prima volta fuori dai confini della Venezia Giulia, di questa gustosa e divertente "operetta senza musica", dove quest'ultima è sostituita dalle ciàcole in triestino delle due babe aristocratiche, Sissi di Baviera e Carlotta del Belgio, che affrontano un periodo di immaginaria convivenza in quel del Castello di Miramare, sul finire del XIX Secolo. Castello in cui si aggira Carlotta (Ariella Reggio), rimasta vedova di Massimiliano, imperatore del Messico che oltre oceano trovò la morte, il quale lo aveva fatto erigere sulla Costiera dei Barbari con vista su Trieste, la "Perla dell'Adriatico" tanto cara agli Asburgo anche perché era il primo porto imperial-regio per importanza. La nobildonna è alle prese con le ristrettezze economiche dovute agli esorbitanti costi di manutenzione al giorno d'oggi, non compensati dalle entrate delle visite turistiche, coi disagi causati dalla Barcolana, la carenza di personale, e affronta tutto ciò insieme all'ultima serva rimasta, la sagace Ottilia, di sangue istriano (Alessandro Fullin): cerca di farsi bastare la pensione di invalidità che ottiene facendosi passare per matta, vagando di notte a lume di candela per i corridoi invocando il nome del marito. In un tran tran tutto sommato tranquillo e rassicurante una variazione sono le regolari visite del dottor Mayer, che la rifornisce di abbondanti dosi di magiche pillole arancioni dal potere lisergico che le allietano il riposo, ma la pace viene interrotta dall'arrivo, in incognito, della cognata, l'imperatrice d'Austria che risultava morta dopo l'attentato subito da un anarchico italiano a Ginevra. In realtà Sissi, in una delle sue ricorrenti fughe, si era fatta sostituire da una dama di compagnia che era morta al suo posto, e lei ne aveva approfittato per prendere definitivamente il largo e rifugiarsi nell'amata Trieste. Carlotta, che pure aveva pianto la "carissima amica", in realtà non è per nulla felice di dover ospitare "quella crodiga", come la definisce, di cui non sopporta l'invadenza, lo svuotamento delle cantine a forza di spritz, ma soprattutto il fatto che regolarmente le completa la Settimana Enigmistica, rebus compresi, ancor prima che possa prenderla in mano, ragion per cui la convivenza tra le due marantighe coronate è costellata di frecciate a cui fanno da contrappunto le puntuali e pungenti osservazioni di Ottilia. Il tutto ovviamente in triestino, che Sissi rivendica di avere appreso dalla balia e che dichiara essere la lingua franca a Corte e in particolare col marito Cecco Beppe, anche nell'intimità. A levare le castagne dal fuoco, e l'intrusa Sissi da Miramar, ci penserà Guglielmo Oberdan che, dismessi i panni irredenti perché con l'imperatrice è stato amore a prima vista, fuggirà con lei a Istanbul, dove i due si rifaranno, forse, una vita. In attesa di ulteriori sviluppi, di cui tratterà Alessandro Fullin nel romanzo che seguirà "Sissi a Miramar", da cui è tratta la pièce, a sua volta nato da un testo radiofonico scritto per la RAI di Trieste. Teatro stracolmo, un mare di applausi, pubblico soddisfatto. 
Prossime repliche: stasera all'Auditorium Biagio Marin di Grado; domani al Teatro Italia di Pontebba e domenica al Nuovo Teatro Monsignor Lavaroni di Artegna (sempre alle ore 20.45)

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