mercoledì 25 giugno 2014

Lo specchio


Vado ormai ripetendo da anni, in buona compagnia di "venerati maestri" come Eduardo Galeano, Osvaldo Soriano e Gianni Brera, come il gioco del calcio sia metafora della vita; inoltre tende a riflettere la realtà di un Paese, con le sue caratteristiche in positivo e in negativo, vizi e virtù. Così l'eliminazione della nazionale italiana dal Mondiale brasiliano già nella fase a gironi testimonia da un lato il livello penoso in cui è caduto il nostro calcio, ribadendo la pochezza già mostrata quattro anni fa in Sudafrica; dall'altro lo stato generale di questo Paese. La squadra che ieri è stata giustamente sconfitta da un Uruguay assai modesto ma se non altro compatto e con le idee chiare durante la partita più squallida vista finora dall'inizio del torneo, né e il ritratto: sconclusionata, indolente, paurosa, raffazzonata, stucchevole, velleitaria, piagnona, priva di carattere, senza nerbo e orgoglio (alla faccia di un impegno patriottico sbandierato alla vigilia), messa in piedi in maniera improbabile assemblando vecchi "eroi" ormai spompati del Mondiale vinto in Germania nel 2006 e giovani arroganti, dal talento soltanto virtuale, presuntuosi quanto smidollati, lo specchio di chi governa il Paese, a cominciare dal vecchio impostore che occupa la carica di capo dello Stato, rieletto abusivamente da un parlamento a sua volta votato con una legge dichiarata incostituzionale, e che si sveglia oggi per lamentarsi dei pastrocchi contenuti nei decreti legge di qui questo come tutti i governi precedenti fa ampio abuso, per finire col suo giovane pupillo, il terzo presidente del consiglio non eletto e uscito dal cilindro quirinalizio, lo sbruffone e parolaio fiorentino circondato dalle sue cheerleaders travestite da ministre di questa repubblica delle banane: altro che Costarica, per rimanere in ambito calcistico. Non si vede perché il calcio, nel marasma in cui allegramente sprofonda la Terra dei Cachi, debba fare eccezione. Al prossimo Mondiale in Russia nel 2018, ammesso che l'eccellenza pallonara nazionale sia in grado di qualificarsi.

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