domenica 4 maggio 2014

Farse dell'ordine e fratelli d'Italia


Invito chiunque transiti su questo blog e abbia ancora un residuo di fiducia in una delle svariate polizie di questo Paese grottesco di confrontare il video pubblicato ieri sera dal sito del Corriere della Sera, con riprese dall'elicottero degli "incidenti" avvenuti prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli a Roma, con uno qualsiasi di un intervento poliziesco in occasione di una manifestazione di protesta, che sia per la casa, contro il TAV o quant'altro, per esempio questo, o con la scena ributtante dell'applauso dei colleghi del Sindacato Autonomo di Polizia riuniti a congresso in appoggio agli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi, avvenuta solo qualche giorno fa: la conferma che sono perfettamente in linea con chi governa questo manicomio e dovrebbe esserne responsabile, tant'è vero che a dare il via libera all'inizio dell'incontro, con 45' di ritardo sull'orario previsto, è stato Gennaro De Tommaso (nell'immagine sopra) detto poeticamente Genny 'a  Carogna, capo ultrà e conosciuto come camorrista, dopo trattative a bordo campo  con  i "pari grado" dei questurini. Un patto tra galantuomini: dopo una mitragliata di bombe-carta (e relativa fuga in diretta TV di celerini e stewart), è regnata la calma fino alla fine della partita (vinta, guarda caso, dai partenopei). Il tutto alla presenza di svariate "autorità" tra cui spiccava Matteo Renzie (che ha assistito imperturbabile alla scena senza fare un plissé e confermato di portare pégola alla sua amata Viola, una squadra già marchiata dalla sfiga di suo non fosse che per motivi cromatici), un gigione diventato capo del governo senza essere stato eletto da nessuno se non da quei minchioni dei compagnuzzi del suo partito a segretario dello stesso, il quale riforma in senso piduista la costituzione "più bella del mondo" (e allora perché cambiarla, si direbbe in un Paese appena serio?) insieme a un manigoldo pregidicadato e condannato però a piede libero e con l'avallo e la supervisione di un presidente della Repubblica abusivamente in carica che invece di esserne, come da ufficio, il garante, ne è il primo attentatore e traditore. Così vanno le cose, nella Terra dei Cachi: già un'altra volta avevo suggerito che, in un Paese dove in almeno quattro regioni lo Stato non esiste e l'unica autorità riconosciuta è la mafia locale, la cosa più sensata sia di affidarne il governo direttamente a un altro Matteo: Messina Denaro, il capo di quella più prestigiosa, conosciuta e rispettata anche all'estero; o, come alternativa, chiedere l'annessione alla Germania e farlo governare da Angela Merkel tramite un Gauleiter, come auspica Massimo Fini. A completare il quadro, l'intonazione dell'inno nazionale, peraltro degno di questo Paese ridicolo, una marcetta imbarazzante per quanto è penosa, affidata a tale Alessandra Amoroso, in mise mignottesca e tatuaggio d'ordinanza in bella vista, giustamente sommersa dai fischi, comunque anche lei perfettamente adeguata al momento attuale: è questo, oggi, lo stile del Made in Italy.


2 commenti:

  1. Più inaspriscono più non funziona...come fa a passare una maglietta così? come fanno a passare tutti i fuochi che han sparato? Uno striscione non passa ma tutto il resto sì! Non capisco più nulla...sono lucidamente frastornato. Mandi.

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  2. Il 6 maggio del 2001 ho visto con i miei occhi, a San Siro, apparire nell'intervallo di Inter-Atalanta, al Secondo Anello, "Curva Nord" presidiata dalla teppaglia che si fa passare per sostenitrice della Beneamata, un motorino, prima incendiato e poi gettato di sotto,sul Primo Anello (dove peraltro stazionano altri tifosi, meno scalmanati, dell'Inter). Per farlo entrare hanno dovuto superare due cancellate (benché allora non esistessero ancora gli attuali tornelli elettronici) e poi salire sulla rampa, senza che alcuno intervenisse: né la PS e i CC che stazionavano dentro e fuori lo stadio; né i Vigili Urbani; né gli addetti allo stadio. Si sarebbe potuto chiudere la "curva" e far passare la teppaglia, uno per uno, individuarla, blindarla e impedirle a vita l'accesso allo stadio (a parte che in teoria ogni abbonato aveva già ai tempi il suo posto ed era identificabile: ma la "Curva" faceva e fa eccezione). Non parliamo di razzi e petardi che entrano regolarmente, specie quando sono di scena le tifoserie del Napoli, della Fetentus e, peggio ancora, della Roma. Però tormentano lo spettatore normale con complicazioni di ogni genere per l'acquisto dei biglietti (specie in trasferta), controlli in cui sequestrano perfino gli accendini "Bic" e quant'altro. Sono passati 13 anni, e se possibile le cose sono peggiorate. Devo aggiungere altro?

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