sabato 22 marzo 2014

Emilia

"Emilia" di Claudio Tolcachir. Con Elena Boggan, Gabo Correa, Adriana Ferrer, Francisco Lumerman, Carlos Portaluppi. Regia di Claudio Tolcachir, scenografie di Gonzalo Córdoba Estevez, luci di Ricardo Sica. Timbre 4 Buenos Aires in coproduzione con Centro Cultural San Martín (Bs. As.) e Festival Santiago a Mil (Cile) 
Seconda tappa italiana (dal 17 al 19 marzo al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, ieri sera e oggi alle 21 al PalaMostre di Udine, poi la tournée proseguirà in Francia) per questa potente commedia portata in scena dalla compagnia "Timbre 4", fondata 15 anni a Buenos Aires negli anni più acuti della crisi economica argentina dove, nella sede di Boedo 640, funziona da casa-scuola-sala teatrale. Ad accompagnarla il fondatore e direttore, il trentottenne Claudio Tolcachir, anche autore e regista della pièce, che insieme agli attori si è intrattenuto col pubblico dopo lo spettacolo, recitato in castigliano "porteño" e "sovratitolato" in ilatliano, che ha riscosso un caloroso successo, e non solo tra i molti italo-argentini e ispanohablantes presenti in sala. Protagonista della storia è Emilia, la vecchia "niñera" di Walter, detto Charlito, che per puro caso reincontra, dopo anni, per strada e da cui viene invitata nella sua nuova casa (ha in corso un trasloco, e la scena è costituita da una sala colma di coperte e scatole) a rievocare gli anni dell'infanzia e a conoscere la sua famiglia, composta da una moglie, Caro, pervicacemente e astutamente assente e concentrata su sé stessa, e l'ipercinetico e insicuro figlio di lei Leo, che invece adora un padre che non è nemmeno il suo. Il tontolone e balbuziente Walter/Charlito che, trascurato dai genitori, fino all'adolescenza si è sentito amato soltanto da Emilia, si è evoluto in un professionista di un certo successo ma non è cambiato nel fondo, e questa forma di "amore a pagamento" è rimasta la base della sua struttura affettiva, trasformando la sua disperata brama di affetto perfino in violenza, come verificherà Emilia nella seconda parte dello spettacolo in cui, da narratrice dell'infanzia del suo "Charlito", e invitata a fermarsi a dormire nella nuova casa, dato lo stato di necessità in cui si trova, diventa testimone dei suoi malati rapporti famigliari basati sul bisogno e l'interesse più che sull'affetto e il dialogo. Recitazione intensa ed estremamente realistica, tipica della vitalissima scena teatrale bonaerense, già conoscevo Carlos Portaluppi (una sorta di gemello separato dalla nascita di Giuseppe Battiston, e non solo per la corpulenta fisicità), qui nei panni di Walter/Charlito, e non mi sono nuovi il giovane Francisco Lumenrman e il "navigato" Gabo Correa, qui vero padre di Leo e voce narrante, ma straordinaria risulta la non più giovane Elena Boggan, 68 enne autodidatta ed ex impiegata attiva nel teatro di Chivilcoy, cittadina della Provincia di Buenos Aires dove è nata e vive, allieva di Tolcachir in un suo corso di recitazione nella capitale presso "Timbre 4" a cui si era iscritta tre anni fa dopo essere andata in pensione, e a cui il regista non ha esitato un attimo ad affidare il ruolo di protagonista di "Emilia" mentre ancora era in corso di stesura: una scelta che non poteva essere migliore per la serie "non è mai troppo tardi".

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