giovedì 19 settembre 2013

Quand la merda la munta in scann...

L'istituzionale Trio Lescann una volta "montato in scann"

 ...o la spüssa o la fa dann. Ossia, parafrasando l'icastico detto milanese, "se i mediocri fanno carriera diventano arroganti e nocivi". Niente descrive meglio l'evoluzione e il comportamento di Laura Bodrini da quando, il 16 marzo scorso, è stata eletta presidente della Camera dei Deputati. La "Signora dei diritti umani", che per ben 14 anni ha svolto con riconosciuto impegno il ruolo di portavoce dell'UNHCR, Alto commissariato ONU per i rifugiati, giunta in Parlamento candidata nelle liste di SEL ed elevata alla presidenza di Montecitorio, sembrava poter bilanciare l'opportunismo e le ambiguità di Pietro Grasso, eletto a quella del Senato e seconda carica di questa sgangherata monarchia incostituzionale gerontocratica. La neopresidente sembra aver frequentato un corso accelerato di saccenteria, spocchia e intolleranza da D'Alema e Finocchiaro, e col passare dei mesi diventa sempre più pedante e, come se non bastasse, odiosa. Invece di essere imparziale e garantire innanzitutto l'opposizione, è contro quest'ultima che si scaglia regolarmente, ossia contro il Movimento 5 Stelle, l'unico gruppo parlamentare che la faccia seriamente, seppure con scarsa efficacia e talvolta in modo discutibile. In particolare, sembra avercela per fatto personale col deputato Alessandro Di Battista, che già l'aveva presa in castagna in una recente seduta dopo che la Boldrini aveva sospeso per cinque sedute cinque deputati del M5S per che erano saliti sul tetto di Montecitorio per protestare contro il ddl di delega sulla deroga all'articolo 138 della Costituzione e poi in aula l'aveva  censurato, compiendo una gaffe entrata nella storia, per aver affermato che "il PD è peggio del PDL" e che prima di punire  e sanzionare i deputati a 5 stelle andavano sbattuti fuori dalle istituzioni i ladri che rappresentano il PDL: la presidenta dell'assemblea, stizzita e indignata, gli aveva intimato di "non offendere". Ieri una conferma dell'involuzione (niente affatto inspiegabile, ma legata alla profonda verità del detto di cui sopra sulle vertigini da potere) di un personaggio un tempo amabile e rispettabile, con i continui pretestuosi rinvii della votazione della legge sull'omofobia e la sospensione dei lavori in aula, in modo da favorire la ricerca di un compromesso, naturalmente al ribasso, da parte dell'attuale maggioranza. Alla dura reazione dei deputati pentastellati, hanno fatto seguito i rinnovati piagnistei della Boldrini, autodefinitasi "bersaglio di una costante e strumentale opera di delegittimazione in Aula come in rete", alzando quindi professoralmente il ditino nei confronti non solo del M5S ma di tutto il web; a rincarare la dose non poteva mancare il monito di Sua Maestà Giorgio Napoltano che, ritrovando all'improvviso la parola dopo aver taciuto per un mese e mezzo sulla minacce del delinquente di Arcore e dei suoi scherani, salvo dedicarsi a discretissime trattative con lui per interposta persona (Confalonieri) direttamente al Quirinale, prende immediatamente le parti della sua protetta farneticando di "turpi ingiurie e minacce" arrivate "dalla rete". Non rimane che associarsi alle parole quanto mai opportune e precise pronunciate da Alessandro Di Battista: “Boldrini, mi piange il cuore a dirlo, appare sempre più inadeguata, incompetente, nervosa, di parte e arrogante. Come tutte le persone di scarsa personalità, tende ad assecondare regolarmente il ‘grande potere’ e si dimostra più realista del re”. Se ne faccia una ragione, presidenta. A meno che per lei un'opinione non costituisca reato.

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