giovedì 15 agosto 2013

Sbraitore

Da qualche tempo opera sotto traccia e non si fa notare troppo: per questo lo temo ancora di più. Da anni penso che sia il perfetto successore di Silvio Berlusconi, bruciato ma mai abbastanza dalle sue vicende giudiziarie (in un Paese serio gli avrebbero già organizzato dei roghi in piazza da vent'anni, e invece è qui a tenere sotto eterno ricatto un governucolo servo e ridicolo), nelle preferenza masochistiche degli italioti: Flavio Briatore. Altro che la figlia Marina, quella inguardabile cafona rifatta che dirige le aziende di famiglia e ha smentito, altro insopportabile luogocomunismo giornalistico, di intendere "scendere in politica". Che bisogno c'è: già il padre fa il bello e cattivo tempo nonostante tutto, e ci sono i suoi sgherri eletti in parlamento (il secondogenito, conosciuto a Milano e dintorni come Pierpirla, come suggerisce il nome, non è capace nemmeno di allacciarsi le scarpe da solo e neppure occuparsi del Milan, ché perfino la sorella Barbara è più intelligente). Ma siccome al peggio non c'è limite, lo intravedo là, come il peggiore dei miei incubi notturni in quest'estate non molto felice: Flavio Briatore. Il perfetto clone del ciarlatano brianzolo, ma in versione langarola, che ci stiamo tenendo sul groppone da più di trent'anni (io conto anche quelli in cui gli è stato concesso di lanciare le sue televisioni, a pagamento nostro, che hanno desertificato definitivamente il cervello degli italiani), e perfetto interprete dell'essenza dell'italiota medio, o almeno di quello che va a votare (e poi abbiamo la fama di essere il Paese del buon gusto...): ignorante come una capra e orgoglioso di esserlo, metodico truffatore patentato con tanto di sentenze ultradefinitive a carico, sbruffone, arrogante, sgradevole, ma ben attento al potere dell'"immagine", che qui fa tanto successo televisivo. E quindi è anche il grande "GOL" possibile per una entrata, pardon: discesa, o salita, ché fa lo stessoin politica. Come a suo tempo per quell'altro stronzo col suo Milan Stellare (e non lo dico da interista incallito: non ne ho bisogno). Che ha, come quell'altro tipo brianzolo, il potere pericolosissimo di essere capace di incantare i serpenti. Ce ne abbiamo avuti altri, come Mussolini, ma nessuno se ne ricorda, e direi oggi Grillo, un buon epigono. Poi ci abbiamo i competitori di secondo livello, come il Gianberlusca fiorentino, naturalmente sempre in pole position nelle quotazioni dei nostri media compattamente allineati, che nemmeno ho più la fantasia di definire, per quanto mi fanno ribrezzo. E gli idioti che si lasciano abbindolare. Non so nemmeno più se questo Paese, come tale, avvelenato dalla propria coglioneria, si renda conto della gravità  della situazione: la mancanza di eticità è rappresentata da un monarca autoeletto che da anni andrebbe messo in stato di accusa per attentato alla Costituzione (che infatti, come da piani piduisti, vuol cambiare). Però se arriva Briatore, io me ne vado. Definitivamente.
A proposito: Buon Ferragosto, neologismo orrendo che la dice tutta, ma che è l'unica festa a cui è devota la Terra dei Cachi e vi si identifica.

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