giovedì 6 giugno 2013

Shopping and Fucking

"Shopping and Fucking" di Mark Ravenhill. Regia di Ferdinando Bruni, traduzione di Barbara Nativi. Con Ferdinando Bruni, Alessandro Rugnone, Camilla Semino Favro, Vincenzo Giordano, Gabriele Portoghese. Luci di Nando Frigerio, suono di Luca De Marinis. Produzione Teatro dell'Elfo con il contributo di Next-Laboratorio delle idee per Oltre il Palcoscenico. Al Teatro Elfo/Puccini di Milano fino al 29 giugno.
Si tratta della pièce che ha rivelato il talento di Mark Ravenhill, considerato uno dei migliori nuovo drammaturghi inglesi nel 1996, rappresentata per la prima volta in Italia già nel 2000 e che Ferdinando Bruni ripropone all'Elfo con gli stessi giovani e bravi interpreti del 2010: uno spettacolo dai ritmi serrati, cinematografici, con una quindicina di scene che si susseguono senza soluzione di continuità sul palcoscenico, ambientate tra un appartamento, una sala prove di un centro commerciale, un ufficio, un monolocale e un pub, protagonisti quattro giovani: un tossicomane omosessuale, una giovane attrice disorientata e il suo amico bisessuale, infine un fragile e abusato ragazzo che si prostituisce, destinato a un'esistenza da capro espiatorio; unico adulto un "Grande Vecchio", manipolatore e amorale, Brian, che elargisce pillole di cinismo, dimostrando come il denaro sia l'unico valore dietro a ogni rapporto umano. Lo confermano i quattro protagonisti, ragazzi senza un retroterra culturale ed etico, sprovvisti si una identità propria che non sia quella prettamente  consumistica e basata sull'immediato, lo shopping compulsivo così come il sesso, virtuale, etero o omosessuale che sia, incapaci di instaurare una relazione che non abbia come corrispettivo una somma di denaro. Le battute, in un spesso linguaggio crudo così come le esplicite scene di sesso, si susseguono incalzanti e precise, la prova dei quattro affiatati interpreti è convincente ed ineccepibile, calibrate le luci e adeguato il commento musicale. Una curiosità: i nomi dei protagonisti, Mark, Robert e Gary sono presi dai "Take That"; boy band celebre negli anni Novanta, da cui proviene Robbie Williams, e da Lulu, che collaborò a un loro single. Uno spettacolo quanto mai d'attualità anche due decenni dopo la sua realizzazione, in una realtà se possibile ancora più dominato dalla mercificazione di ogni aspetto dell'esistenza e dal dominio in contrastato del mercato e del suo unico dio: il denaro. 

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