lunedì 28 gennaio 2013

Flight

"Flight" di Robert Zemeckis. Con Denzel Washington, Don Cheadle, Kelly Reilly, John Goodman, Bruce Greenwood e altri. USA 2012 ★★★
Se desiderate un prodotto ben confezionato, che racconti una storia eccitante, tesa e al contempo verosimile e vi piace Denzel Washington questo è il film che fa per voi. E ha fatto anche per me, che non sapevo come ammazzare il pomeriggio in attesa di una elettrizzante serata di socializazione alla milanese in un lunedì di gennaio iniziato sotto una nevicata, ed ero dell’umore giusto per sopportare l’inevitabile finale edificante, l’americanata in agguato in coda a una pellicola per il resto originale. Whip è il comandante alcolizzato e tossicomane che dopo una notte di bagordi con una hostess del suo equipaggio, probabilmente proprio grazie al suo stato “alterato”, con l’aereo in picchiata dopo essere rimasto in avaria in mezzo a un fortunale, riesce a inventarsi una manovra geniale che gli consente di recuperare la linea di volo dopo aver capovolto il velivolo facendolo poi atterrare in un campo lontano da centri abitati e limitando il danno a sei morti su 102 passeggeri. Un miracolo, ma segue l’inchiesta di rito, che pur chiarendo che l'aereo era difettoso per scarsa manutenzione, scopre anche lo stato di Whip. L’avvocato ingaggiato dal sindacato piloti per assisterlo è però riuscito a  invalidare l’esame tossicologico e durante l’udienza a Whip basterebbe attribuire il consumo delle uniche due bottigliette di vodka reperite nei cestini dei rifiuti alla hostess sua amante, rimasta uccisa e nel cui sangue era stato trovato dell’alcol, ma in un rigurgito di onestà per la prima volta nella sua vita, dice, e proprio nel corso dell'interrogatorio che sta ponendofine alla vicenda giudiziaria, si rifiuta di mentire sul suo stato e ammette di essere stato ubriaco la mattina dell’incidente come nei tre giorni precedenti sia nel preciso momento in cui sta parlando. Da eroe, così, e da gaudente, si trasforma in detenuto volontario in fase di recupero (naturalmente anche dei rapporti col figlio e magari con la moglie separata). Insomma il solito consueto happy end holliwoodiano, con l'eroe nero, bello e al contempo colpevole, ma per il resto il film è bello teso, a tratti spettacolare, ben girato e recitato, e se avete un paio d’ore da passare senza annoiarvi è perfetto.

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