sabato 15 dicembre 2012

La festa appena cominciata è già finita

Roma, 2 dicembre 2012: la gioia di Massimo D'Alema per la vittoria di Pierluigi Bersani alle primarie del PD 
E' risaputo che nulla è più mutevole del quadro politico, campo in cui un anno, talvolta un mese, possono sembrare un'era geologica. Mutano con rapidità stupefacente non soltanto scenari, alleanze e talvolta, repentinamente, anche protagonisti che sembravano inamovibili; cambiano perfino, e soprattutto, le interpretazioni della realtà, nella cui mistificazione, come nella sistematica falsificazione di dati che essi spesso nemmeno conoscono, gli attori della politica dei nostri giorni sono maestri inarrivabili. Stella polare e variabile divenuta indipendente della vita politica italiana è l'immutabile, tetragona stupidità delle dirigenza del PD. Fate caso a cos'è successo agli zombie: non sono passate nemmeno due settimane dal "trionfo" alle primarie, con Bersani che diceva di non vedere l'ora di sfidare Berlusconi che questi, evocato, si è immediatamente ricandidato, creando lo sconcerto non tanto in Italia, abituata alle riapparizioni del misirizzi brianzolo, quanto in quell'Europa che è il datore di lavoro dell'attuale capo di governo. Accecata dalla propria imbecillità congenita, l'eterna "gioiosa macchina da guerra" si era già inceppata prima ancora di mettersi in moto, alla ricerca del "dialogo preventivo" col fantomatico "centro", fino a che D'Alema, il professionista dell'inciucio a cui il ritorno al potere preme più che a chiunque altro, ha avvertito puzzo di bruciato e, in un'intervista apparsa ieri sul CorSera (per una volta sottratta alle amorevoli cure della sua ventriloqua di fiducia, M.T. Meli, e affidata a Zuccolini), ha dato l'"alto là" alla candidatura dell'attuale premier, affermando, proprio lui,  che sarebbe "moralmente riprovevole" che facesse campagna elettorale contro chi l'ha fedelmente sostenuto. E non solo: ma si è già impegnato a seguirne la famosa agenda nel caso in cui fosse chiamato a dirigere il governo nella prossima legislatura. A prescindere  dalle considerazioni sul pulpito da cui proviene la predica, considerato che costui a suo tempo era diventato presidente del Consiglio mediante l'impostura più indecente, il monito è giunto fuori tempo massimo perché a Bruxelles, sempre ieri mattina, lo stato maggiore del PPE, in primis Angela Merkel, ha di fatto lanciato la candidatura di Mario Monti, giunto in visita al gruppo dei Popolari prima che si tenesse il Consiglio Europeo, e affermato di non supportare quella di Berlusconi che, a differenza di Monti, del PPE fa parte. Panico nel PD: strasicuri di aver già vinto la prossima tornata elettorale, con tanto di premio di maggioranza di coalizione da "porcellum" che si era pensato bene non dico di mandare in soffitta, ma almeno di modificare, gli zombie hanno ottime probabilità di dover fronteggiare  in campagna elettorale l'attuale premier destinato a compattare, com'è naturale, tutti gli orfani meno impresentabili del centrodestra attualmente deflagrato, il centro "casiniano" che altrimenti stenterebbe a ottenere una rappresentanza parlamentare, qualche new entry che a forza di annunciare il proprio arrivo sulla scena si è ormai mummificata come Montescemolo, e alle spalle i vari Marchionne, i Caltagironi, i Della Valle, la Confindustria, che avrebbero trovato il loro esponente ideale e, va da sé, la finanza e le banche al gran completo nonché, last but not at least, il Vaticano. Col sostegno della stampa quasi intera: sarà divertente osservare le contorsioni del Gruppo Repubblica-L'Espresso, che è al contempo potentato imprenditoriale e politico,  bersaniano DOC e montiano con il patrocinio del presidente della Repubblica, nume tutelare di tutta la geniale operazione che ha portato a rinviare di quindici mesi dal siluramento di Berlusconi il doveroso ritorno alle urne. Potrebbe scapparci da ridere, a patto di osservare con la dovuta distanza l'agitarsi di tutto il caravanserraglio, specie nel settore degli zombie, con tutti gli alti papaveri vecchi e nuovi convinti di avere i propri deretani già adagiati sulle cadreghe da cui gratificare le rispettive clientele, e destinati invece a essersi sodomizzati da soli. Perché mai un elettore dovrebbe scegliere di fare applicare l'Agenda Monti, che poi è quella intestata BCE/FMI, da Bersani e dalla sua Armata Brancaleone se si candida a esserne esecutore testamentario il suo autore medesimo? Io un'idea per il prossimo candidato alla guida del PD ce l'avrei, e forse qualcuno ricorda le sue imprese calcistiche: Comunardo Niccolai, che ha anche un bel nome combattivo quanto evocativo. E che a suo modo è un mito. Non me ne voglia: sto scherzando. So che non riuscirebbe in altre dieci carriere a fare tanti autogol quanti questi fenomeni da baraccone. Sicuramente meno danni, oltre che a sé stessi e al prossimo, come stabilisce inesorabilmente la terza legge fondamentale della stupidità umana.

2 commenti:

  1. Ti concedo il NIccolaima tu sai che avresti dovuito citare Ferri...
    mandi.s.

    RispondiElimina
  2. Oh, vedo con piacere che ricordi il grande Riccardo! Che però il record di autogol in Italia lo divide con un certo Baresi. Inteso come Franco, non come Beppe detto "Termozeta", ché quello era ed è rimasto nostro...

    RispondiElimina