lunedì 26 novembre 2012

Vogliono morire democristiani

44 e rotti per cento al pettinatore di bambole, 36 al saltimbanco toscano: tra i due interpreti, con intonazioni diverse, dell'Agenda Monti e del Verbo di Sua Maestà Napolitano si svolgerà domenica prossima  il ballottaggio centrosinistrato. Una cosa è certa: lo "zoccolo duro" ex PCI si sta trasformando man mano in una "espadrilla" mentre prende sempre più vigore l'anima più esplicitamente cattolica del partito comunistiano, pur risciacquata in Arno e verniciata di nuovismo da format televisivo. 3,1 milioni (e non 4 come trionfalisticamente sbandierato ieri sera) di burocrati di primo e secondo livello (fantastico il riflesso pavloviano della Camusso segretaria del sindacato che dell'ex PCI è sempre stato la cinghia di trasmissione), garantiti, scalfarioti, indomabili conformisti, smemorati e inguaribili illusi che hanno fatto la fila per dire sì alla rincorsa al fantomatico centro simboleggiato da Casini e alla dissoluzione finale di quello che si autodefiniva il partito della sinistra italiana nella melma democristiana. 65 anni dopo l'approvazione dell'articolo 7 della Costituzione da parte del PCI togliattiano, lì si torna, come volevasi dimostrare. Sono sempre stato favorevole all'eutanasia, più che mai a quella dell'ex PCI-PDS-DS, e il mio auspicio di una vittoria finale di Renzi, che faccia finalmente deflagrare il PD ha, con questi risultati, e il passare dei giorni, sempre più probabilità di trasformarsi in realtà: sarà la fine di un equivoco che dura dal 1945. Nell'attesa, metto in frigorifero lo spumante.

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