sabato 3 novembre 2012

Io e te

"Io e te" di Bernardo Bertolucci. Con Tea Falco, Jacopo Olmo Antinori, Sonia Bergamasco, Veronica Lazar, Pippo Delbono. Italia, 2012 ★★★★
Felice ritorno dietro alla macchina da presa di uno dei grandi del cinema, 9 anni dopo "The Dreamers", dopo essere stato costretto alla carrozzella a causa di un intervento chirurgico sbagliato: e qualcosa di claustrofobico e rabbioso traspare in questo film, che Bertolucci non pensava di riuscire a fare, e il cui risultato è all'altezza della sua fama. Regista delle contraddizioni del tempo in cui ci è toccato vivere, in tutta la sua carriera ha descritto in maniera potente personaggi in crisi, a un punto di svolta davanti a un qualche cambiamento. Tratto dall'omonimo romanzo breve di Niccolò Ammanniti,  il film ha come personaggio centrale Lorenzo, un quattordicenne introverso e solitario, con una madre ansiogena e un padre totalmente assente ed evocato solo indirettamente, che coglie al volo l'occasione di una "settimana bianca" organizzata dalla scuola per intascare i soldi della gita, spenderli in rifornimenti: cibo e bevande varie che altrimenti a casa gli sarebbero vietati, nonché investirli in un terrario con un formicaio ed eclissarsi, senza che nessuno se ne accorga, nella cantina del palazzo in cui abita, in una sorta di prigionia volontaria. Qui irrompe, inaspettata, la sorellastra venticinquenne Olivia, eroinomane che sta tentando di "ripulirsi" e che sta cercando alcuni oggetti rimasti nella cantina. Un'intrusione all'inizio poco gradita, ma la ragazza sta male, è in preda a una vera e propria crisi di astinenza, e tra i due, che praticamente non si conoscono, nasce man mano un legame forte e quasi disperato ma vero, a differenza di quelli che entrambi hanno avuto in famiglia e negli ambienti che frequentano, fatto di affetto, complicità, curiosità, tenerezza, soprattutto comprensione istintiva, per cui riescono a darsi la forza per provare entrambi a uscire dalle gabbie che loro stessi si sono costruiti intorno per proteggersi. I due interpreti riescono a esprimere tutto questo con intensità rara, senza traccia di morbosità, con la sua potenza e aggressività mista a dolcezza Tea Falco e con il suo sguardo curioso e intelligente e la sua mobilità Jacopo Olmo Antinori. Pochi oltre a Bertolucci sarebbero stati in grado di trarre il massimo da due esordienti a assoluti, scelti però accuratamente. Così aveva fatto anche con Eva Green in "The Dreamers" e Maria Schneider  in "Ultimo tango a Parigi", che per una pura combinazione avevo visto ieri pomeriggio prima di decidere di fare il bis di Bertolucci in serata. Corrono 40 anni fra le due pellicole, ma qualcosa hanno in comune, oltre alla perfezione tecnica: suscitano emozioni forti perché parlano a qualcosa di profondo che sta dentro di noi, smuovono corde sensibili che ognuno di noi ha. E per questo il maestro parmigiano è sempre attuale e riesce meglio di altri a parlare dei giovani, che spesso sono al centro della sua attenzione. Un film che merita di essere visto e non può lasciare indifferenti. 

1 commento:

  1. purtroppo non ho fatto in tempo a vederlo, mi ha incuriosito sin dall'inizio sia per la scelta della colonna sonora che per il soggetto. Interessante recensione

    _IamYou_

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