domenica 13 maggio 2012

Sister

"Sister" (L'enfant d'en haut) di Ursula Meier. Con Léa Seydoux, Kacey Mottet Klein, Martin Compston, Gillian Anderson, Jean-François Stévenin. Francia, Svizzera 2012 ★★½
Nella pletora di film francesi che caratterizza questa stagione, una vera invasione, questo è uno dei meno scontati e ha un suo perché: da qui a giustificare un Orso d'argento alla Berlinale di quest'anno, però, ne corre. La storia è quella di Simon, un dodicenne che vive nelle case popolari di una vallata industriale del Vallese ai piedi di una stazione sciistica di lusso, dove si dedica al furto sistematico, anche su commissione, di attrezzatura da neve, dagli sci agli occhiali, ai caschi, che poi rivende per mantenere la sorella maggiore, una psicotica squinternata che perde un lavoro dopo l'altro, ha una situazione sentimentale disastrata ed è alcolizzata. In realtà, la pellicola tratta del rapporto tra i due, dove Simon fa da fratello, padre e figlio a Louise, che in realtà si rivela sua madre, a meno che non abbia capito male io. Ma non è questo il punto: al di là della bravura dei due protagonisti, la vicenda risulta improbabile, non perché non si diano casi del genere ma perché sarebbero, nella realtà, intervenuti dei servizi sociali anche meno efficienti di quelli elvetici da un lato, dall'altro perché sono poco credibili i rapporti di Simon con uno dei cuochi del resort di lusso sulle piste, che per mesi gli fa da ricettatore. Un tema drammatico, insomma, trattato in maniera artefatta, molto alla "Dardenne", la famigerata coppia di fratelli belgi che spopola oltralpe e tra i cinéphiles con pellicole come "Rosetta", "Il matrimonio di Lorna" e il recente "Il ragazzo con la bicicletta". Sempre argomenti seri, ma dei macigni micidiali. 

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