lunedì 28 novembre 2011

Riserva di caccia

SIENA-INTER 0-1 - Campo propizio la "Montepaschi Arena", alias stadio Artemio Franchi, dove la Beneamata ha raccolto ieri il quinto successo su sette confronti in casa del Siena, festeggiandovi anche la conquista degli scudetti del 2007 e dell'anno dei "Triplete", il 2010. Un successo assolutamente immeritato arrivato all'89'con una girata di destro su passaggio perfetto di Motta dal peggiore in campo, Luc Castaignos, che nella ripresa aveva rilevato uno Zarate non pervenuto nel corso dei primi 45'. La prima rete in nerazzurro del giovane olandese, "venduto" dai due geni del mercato Branca e Paolillo come una sorta di fenomeno al pari di Jonathan ("il nuovo Maicon", opportunamente indisponibile per la trasferta toscana), non mi fa ricredere sul suo conto: è un pippone non all'altezza, così come Álvarez, spompato dopo un tempo contro il Cagliari e le prodezze di Trebisonda, si conferma una mezza sega e non un atleta decente. Un'Inter inguardabile, lenta, senza una parvenza di gioco, tra le più penose viste in campo dall'inizio della stagione, ha trafugato due punti contro un Siena che ha avuto il torto di essere inesistente davanti e di andare in bambola fisicamente nei 10' finali: temendo la beffa, che puntualmente è arrivata, ha rinunciato a pungere cercando di contenere la pressione scoordinata dei nerazzurri: avesse avuto più birra e osato di più in precedenza (e con qualcuno in grado di inquadrare la porta: ho contato sette conclusioni, tutte a lato), almeno un pareggio sarebbe stato alla sua portata. Il buon Ranieri, rinfrancato dalla seconda vittoria consecutiva, ricorda che per lo scudetto siamo da prendere in considerazione anche noialtri: con una classifica così corta nulla è impossibile, ma non per questa Inter. Perché altri numeri parlano chiaro: 14 punti in 11 partite, di cui 4 rubacchiati nelle ultime due con Cagliari e Siena, fotografano una media sulla linea di galleggiamento, appena sopra la zona retrocessione; 17 reti subite su 14 fatte lo confermano ampiamente; mentre l'impressionante sequela di infortuni è rivelatrice di una squadra logora (che fosse anziana era evidente) e di una preparazione atletica che si può definire, come minimo, inadeguata, e di cui dobbiamo ringraziare il signor Gasperini e, prima ancora di lui, chi lo ha scelto l'estate scorsa come allenatore. Il migliore in campo, ancora una volta, è stato Javier Zanetti, 38 anni suonati, e anche questo vorrà pur dire qualcosa, senza voler nulla togliere, anzi, all'inarrivabile capitano.

3 commenti:

  1. Pensa te: perfino leggere 'sta roba sull'Inter mi diventa piacevole, su questo nuovo template.
    Poi mi si dica che l'aspetto (di qualsiasi cosa) non conta...

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  2. Alla faccia di chi sostiene che l'abito, specie se blu e nero, come insegnava Yves Saint Laurent, non faccia il mona(co)

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